La follia del vivere e la magia del dipingere. Nella frenetica evoluzione della sua pittura - Sergio Terzi, in arte Nerone - ha attraversato molte correnti, dal naif all'informale, senza mai lasciarsene definire completamente. Un talento scoperto grazie all'incontro col grande Antonio Ligabue, di cui fu anche autista, che lo portò a trasportare su tela le sue emozioni e lo salvò dal mal di vivere e dall'alcolismo: i visi segnati dalla fatica quotidiana e gli animali dallo sguardo atterrito, la natura accesa di luce e consistenza in ogni singolo filo d'erba, e poi l'astrattismo, con cui si discosta dal reale e si impadronisce del colore.
A Bressanone si possono ammirare oltre 80 delle sue opere, esposte al seminario vescovile, alla galleria Hofburg e al negozio d'arte Kompatscher. All'inaugurazione, anche il critico d'arte Vittorio Sgarbi. Gran parte delle opere in mostra fanno parte della collezione privata di Susanna Singer, la cui nonna Violina conobbe e fu amica dell'artista, segnando anche il suo legame d'affetto con l'Alto Adige.